![]() Don Bosco è stato fedele a questa raccomandazione della mamma: è cresciuto alla scuola di Maria, l’ha sentita vicina in tutti i momenti della sua vita. L’ha data come Madre ai giovani, ai Salesiani, alle Figlie di Maria Ausiliatrice, ai Cooperatori. Ha fondato una Associazione per diffonderne la devozione. L’ha fatta amare! Don Bosco però non è arrivato per caso alla devozione all’Ausiliatrice. Essa si presenta piuttosto come la maturazione di tutta una linea spirituale e apostolica che si è andata precisando e sviluppando negli anni. Una tale devozione alla Madre di Dio è la concretizzazione pratica di quella santità dell’azione che ha caratterizzato la spiritualità di Don Bosco. Questa devozione all’Ausiliatrice l’ha lasciata in eredità ai suoi figli. “Oh, se io potessi un poco mettere in voi, diceva in una Buona Notte, questo grande amore a Maria e a Gesù Sacramentato, quanto sarei fortunato! Vedete, dirò uno sproposito, ma non importa niente. Sarei disposto per ottenere questo a strisciare con la lingua per terra di qui fino a Superga. È uno sproposito, ma io sarei disposto a farlo. La mia lingua andrebbe a pezzi; ma non importa niente: io allora avrei tanti giovani santi”. Don Bosco quindi abbina la santità alla devozione all’Ausiliatrice. Noi crediamo davvero che Maria è Ausiliatrice nel formare i cristiani. Ausiliatrice nella lotta titanica tra il bene e il male, tra la vita e la morte, tra la luce e il peccato. Don Bosco ci ripete:”Chiamatela Ausiliatrice. Essa gode tanto nel prestarci aiuto” (MB. XVI, pag. 269). Affidiamoci a Maria Affidarsi a Maria è un gesto filiale che rivela sicura fiducia, pienezza di amore e appartenenza totale. Lo suggeriva anche Don Bosco nel 1869, proponendo “un atto di filiazione con cui si prende per madre Maria Vergine”. (Letture cattoliche 1869, pag. 57). “Affidarsi a Maria è iniziare un rapporto di affetto, di donazione, di disponibilità, di appartenenza, di appoggio al patrocinio di Maria, la collaboratrice di Cristo” (Giovanni Paolo II, 8-12-1981). Affidiamoci dunque a Maria che come dice il Concilio, “Assunta in cielo... continua ad ottenere la grazia della salute eterna... si prende cura dei fratelli del Figlio suo ancora peregrinanti e posti in mezzo a pericoli e affanni, fino a che non siano condotti alla patria beata” (LG 62). Imitiamo Maria Come cristiani, riconosciamo che Maria, per disposizione del beneplacito di Dio “occupa un posto singolare nella storia della salvezza” e nella costruzione della Chiesa lungo i secoli, posto perfettamente descritto in sintesi nell’ultimo capitolo della “Lumen Gentium”. In quanto è stata la prima redenta e la prima cristiana, Maria si presenta a noi come il modello più perfetto dopo Cristo stesso, e quindi noi troviamo in Lei il modello più riuscito della santità. Con una sintesi, che ci richiama ai momenti principali della vita di Maria, esponiamo gli “atteggiamenti e i sentimenti” che dobbiamo “contemplare” e “imitare” in Lei:
La nostra devozione alla Madonna, si manifesta anche in atteggiamenti ed atti, che esprimono la gioia di aver ricevuto dal Signore il dono di questa Madre. Si tratta di una devozione “filiale e forte”: due aggettivi che indicano insieme la tenerezza verso Colei che è “Madre amabile” e il coraggio di imitarla nella sua totale dedizione alla volontà di Dio. Presenza di Maria nell’itinerario cristiano Nell’itinerario del cristiano, il rapporto con Maria si impone come imperativo della fede, ma anche quale elemento di santità e stimolo di impegno e di speranza. Esso infatti promuove gli scopi di ogni autentica azione pastorale: liberare dal peccato, aiutare l’assimilazione degli atteggiamenti evangelici, sostenere la crescita dell’amicizia con Dio. Amiamo la Madonna. Prendiamola in casa, perché sia per ognuno di noi guida sicura nel cammino verso la santità, ricordandoci quanto dice ancora il Concilio: “La vera devozione non consiste né in uno sterile e passeggero sentimentalismo, né in una certa qual vana credulità, ma bensì procede dalla fede vera, dalla quale siamo portati a riconoscere la preminenza della Madre di Dio, e siamo spinti al filiale amore verso la Madre nostra e all’imitazione delle sue virtù” (LG 443). Pietro Ponzo SDB Da: “RIVISTA MARIA AUSILIATRICE”, 2000-1 Quando nel 1884 don Bosco venne intervistato da un reporter del Journal de Rome (è il primo santo della storia che sia stato sotto posto a questa tecnica giornalistica inventata nel 1859 da un ameri cano), gli verranno poste, tra le altre, queste domande: R Ho potuto fare più di quello che speravo, ma il come non lo so neppure io. La Santa Vergine, che sa i bisogni dei nostri tempi, ci aiuta... D Permetta un’indiscrezione: di miracoli ne ha fatti? R Io non ho mai pensato ad altro che a fare il mio dovere. Ho pregato e ho confidato nella Madonna... D Che cosa pensa delle condizioni attuali della Chiesa in Europa, in Italia, e del suo avvenire? R Io non sono un profeta. Lo siete invece tutti voi giornalisti. Quindi è a voi che bisognerebbe domandare che cosa acca drà. Nessun,o eccetto Dio, conosce l'avvenire. Tuttavia, umanamente parlando, c'è da credere che l'avvenire sia gra ve. Le mie previsioni sono molto tristi, ma non temo nulla. Dio salverà sempre la sua Chiesa, e la Madonna, che visibil mente protegge il mondo contemporaneo, saprà far sorgere dei redentori. |
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